Epatite B nelle gravide migranti e i loro conviventi

Susanna Giaché

240 mln di persone al mondo ha l’epatite B cronica, nel 50% dei casi acquisita per via perinatale. Gli obiettivi sono stati stimare la sieroprevalenza di HBsAg nelle gravide migranti, controllare il tasso di copertura dello screening obbligatorio in gravidanza, verificare la compliance al follow-up e testare il sistema di identificazione precoce dei conviventi.

Sono state arruolate le gravide straniere ricoverate nell’Umberto I di Roma nel 2012-14. I dati sono stati ottenuti tramite la consultazione della cartella clinica e la compilazione di questionari.

Delle 714 valutate, 682 (95,1%) sono state sottoposte allo screening. La prevalenza di HBsAg è stata del 5,1%: 10% nelle originarie dell’africa subsahariana, 7,2 nelle asiatiche, 6 nelle est europee, 5,6 nelle nordafricane. Cinesi, albanesi e rumene quelle a maggior rischio (23,8, 15 e 7,6%). Il 46,5% ha scoperto l’infezione al momento dello screening; delle altre solo il 12,5% era seguita in epatologia. La compliance al follow-up è stata del 76,7%, meno del 50% nelle cinesi. La prevalenza di HBsAg e antiHBs nei conviventi delle positive è stata del 9,1 e 31,8%. Il 59,1% era ancora suscettibile all’infezione.

L’aderenza al protocollo di screening in gravidanza è stata subottimale. La maggior prevalenza di HBsAg è stata rilevata in donne provenienti da un piccolo numero di paesi, nelle quali lo screening potrebbe esser anticipato al I trimestre. Per implementare la compliance è necessaria una mediazione culturale-linguistica.

Simone Agnello
annascotti@mattioli1885.com
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