Fibrosi parietale carotidea in soggetti hiv-1 positivi: il ruolo dei fattori predittivi

Alessia Carbone

Nei soggetti HIV-1 positivi le patologie cardiovascolari rappresentano una delle prime cause di mortalità.
Abbiamo condotto uno studio trasversale per valutare la frequenza di malattia carotidea e l’associazione tra questa e fattori di rischio tradizionali (FRT) e non (FRNT) in soggetti HIV-1 positivi seguiti c/o Malattie Infettive , Ospedale San Raffaele dal 1991 al 2016, con una valutazione del doppler dei tronchi sovraortici (TSA)
La malattia carotidea è stata definita come presenza al doppler TSA di almeno una delle seguenti condizioni: spessore medio-intimale (IMT) carotide comune>1 mm; lesione alla biforcazione 1-2 mm; placca ≥2 mm; stenosi ≥50%.
I soggetti sono stati confrontati con il test di Mann-Whiteney o il test del chi quadrato. All’analisi multivariata è stato applicato un modello di regressione logistica per determinare i rischi di lesioni carotidee in relazione ai FRT e FRNT considerati nello studio.
Dei 918 soggetti analizzati, l’ 85% presentava malattia carotidea, risultata correlata a: FRT, algoritimi di predizione del rischio cardiovascolare, terapia ed infezione di più lunga data. Un più alto nadir CD4+ sembra associato ad un più basso rischio di lesioni carotidee ed è emerso un probabile ruolo protettivo per valori di bilirubinemia elevati. Non è risultata nessuna correlazione con l’assetto virologico. In conclusione in pazienti ad alto rischio cardiovascolare l’esecuzione del doppler TSA potrebbe risultare prezioso nel prevenire eventi cardiovascolari.

Simone Agnello
annascotti@mattioli1885.com
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