“Urosepsi da Klebsiella pneumoniae-CRE trattata con doppio carbapenemico”

Francesca Mangani

Un caso di urosepsi da Klebsiella-pneumoniae CRE trattato con doppio carbapenemico in paziente coinfetto HIV-HCV

Introduzione
Le sepsi da Klebsiella pneumoniae-CRE hanno assunto diffusione epidemica in ambito nosocomiale e RSA con elevata mortalità per le poche opzioni terapeutiche utilizzabili. Sono indicate terapie di combinazione con almeno un carbapenemico, tigeciclina HD, gentamicina e colistina variamente associate a fosfomicina e rifampicina per la capacità di sinergismo battericida. Dibattuto il ruolo dei carbapenemi; sono riportati casi di successo terapeutico sia con strategie carbapenem-sparing sia con l’utilizzo di doppio carbapenemico.
Caso Clinico
R.Z, 50 anni, ha una storia di calcolosi renale bilaterale da anni. Portatore di catetere JJ bilaterale con vari ricoveri per febbre e coliche renali. Ad agosto u.s. esegue prima litrotrissia destra con permanenza del JJ ed è poi ricoverato per recidiva di febbre e colica renale. Inizia terapia empirica con piperacillina/tazobactam. Al riscontro di urocoltura ed emocolture positive per KPC sensibile solo a colistina e tigeciclina, pur con MIC per carbapenemi >32, si avvia terapia con meropenem e colistina. Quest’ultima è interrotta per nefrotossicità dopo 48 h e si prosegue con meropenem 2gx3 ed ertapenem 1gx2 con risoluzione del quadro e senza eventi avversi.
Conclusioni
Il caso mostra un’opzione terapeutica efficace e ben tollerata utilizzabile in contesti clinico-epidemiologici che precludano l’utilizzo di colistina e tigeciclina. Resta da valutare l’impatto ecologico di tale opzione in termini di pressione selettiva

Simone Agnello
annascotti@mattioli1885.com
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