MONOCITI, LINFOCITI E RATIO M/L IN PAZIENTI CON TUBERCOLOSI: CARATTERISTICHE CITO-FENOTIPICHE IN VITRO E NEL SANGUE PERIFERICO

Gli eventi immunologici sono al centro della patogenesi della tubercolosi ed è per questo necessario traslare la complessità dello spettro clinico della tubercolosi dentro il paradigma immunologico al fine di ricercare un’immuno-diagnostica capace di rappresentarne il vasto spettro clinico. Nuovi approcci diagnostici sono necessari ai fini delle campagne di controllo contro la diffusione della Tubercolosi per annullare il gap diagnostico esistente tra LTBI e TB attiva. Il sistema monocito/macrofagico gioca un ruolo determinante nelle difese rivolte contro Mtb, nella genesi del granuloma e contribuisce al danno tissutale.
Abbiamo recentemente avviato uno studio caso controllo, in collaborazione con il CLADIBIOR (Central Laboratory of Advanced Diagnosis and Biomedical Research), con l’obiettivo di valutare il possibile ruolo della rM/L sul sangue periferico dei soggetti immunocompetenti affetti da tubercolosi e con co-infezione HIV/TB. Per tale scopo, nel periodo compreso tra l’1 Gennaio 2016 ed il 28 Febbraio 2017, sono stati arruolati 261 soggetti afferenti presso la nostra U.O.C. suddivisi nei seguenti gruppi in esame: Gruppo Controllo (GC – 47 pazienti), Gruppo LTBI (43 pazienti – GTIL), Gruppo TB attiva (61 pazienti – GTA), Gruppo pazienti trattati (44 pazienti – GTT), Gruppo pazienti HIV naive al trattamento (44 pazienti – GHN) e Gruppo pazienti con co-infezione HIV/TB (22 pazienti – GHTT). Per ogni gruppo di pazienti abbiamo prelevato al tempo 0 e al tempo 6 mesi un campione di sangue periferico in provetta EDTA e dalla conta in numero assoluto di monociti e linfociti è stata calcolata la ratio monociti/linfociti. I pazienti con tubercolosi attiva hanno mostrato una rM/L significativamente superiore agli altri gruppi in studio mentre resta dubbio il ruolo della rM/L in soggetti con infezione da HIV.
La rM/L in combinazione con la valutazione clinico-diagnostica a nostra disposizione potrebbe candidarsi di diritto come semplice, economico e pratico indice, utile alla identificazione di pazienti a rischio di progressione verso il quadro clinico attivo sintomatico della tubercolosi e come misura indiretta di suscettibilità all’infezione, permettendo dunque di stratificarne il rischio, riuscendo a valutare la “zona grigia” delle manifestazioni cliniche della tubercolosi. Di fatto le manifestazioni subcliniche restano una zona d’ombra nella gestione dei pazienti, specialmente se vengono ad essere considerati gruppi di pazienti, definiti come “special population”: i pazienti HIV positivi e i pazienti con co-infezione HIV/TB.

Giuliana Guadagnino
giuliana.guadagnino@gmail.com
No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.